Ci piace immaginare il palazzo come un cantiere di lavori in corso: nella sua aderenza al contesto socio-economico del patriziato veneziano, nella specificità delle sue vicende architettoniche e artistiche, nel suo offrirsi come spazio della memoria, familiare e collettiva, esso si vivifica grazie alla condivisione di quanto emerge, o riemerge, anche alla luce di nuovi strumenti operativi. In questo cantiere, le maestranze collaborano reciprocamente per ordinare le carte e le fotografie d'archivio, l'apparato iconografico e bibliografico, facendo tesoro degli incontri scaturiti dalle Giornate del Patrimonio, in primis quello dedicato alla figura di Giustina Renier, sistematizzandoli in una serie di percorsi tematici che indagano i molteplici aspetti della storia materiale, intellettuale, politica che ruota intorno a Ca' Michiel, rendendo anche noi, che abitiamo questi spazi spesso inconsapevolmente, lettori di una storia che ci riguarda. Dopo aver fatto tesoro delle informazioni raccolte in occasione delle Giornate del Patrimonio, quando il palazzo si è raccontato per la prima volta al pubblico attraverso le voci degli operatori del Ministero della Cultura, vorremmo fare un passo in più, coinvolgendo in
questa narrazione gli spazi del secondo piano (primo piano nobile), di proprietà dell'Agenzia del Demanio, mediante una campagna fotografica ad hoc che possa offrire una visione organica dell'intero ciclo decorativo.
Al cantiere si accede attraverso tre percorsi tematici, paralleli e comunicanti:
- PERCORSO ARCHITETTONICO – Questa sezione è dedicata propriamente alle vicende costruttive della fabbrica, cresciuta intorno al nucleo della casa-fondaco veneto-bizantina e sviluppatasi, attraverso varie fasi edificatorie e ristrutturazioni, in concomitanza con i passaggi ereditari da una casata all'altra – Duodo, Grimani, Contarini, Zen, Gonzaga Nevers, Conigli, Michiel, Martinengo, Donà Dalle Rose - e solo in parte ricostruibili, fino alla fine dell'Ottocento. Dal punto di vista documentario e grafico, i passaggi meglio documentati sono, al momento, quelli relativi ai lavori di ristrutturazione che Antonio Zen, divenuto proprietario del palazzo nel 1667, affidò ad Antonio Gaspari, e di cui restano cinque disegni allegati al Catastico del 1700, stilato nell'imminenza della vendita al duca di Mantova Ferdinando Carlo Gonzaga Nevers.
- PERCORSO ICONOGRAFICO – In questa sezione trovano spazio, suddivise per sottosezioni, le vicende del palazzo raccontate per immagini: la vera da pozzo, i resti della scala marmorea in stile “lombardesco” (visibile nell'aula didattica), l'incisione di Jacopo de' Barbari, datata 1500, nella quale la dimora dei Grimani appare come un corpo compatto, prima degli interventi del Gaspari, il nizioletto che ricorda la presenza del duca di Mantova, e da' il nome alla calle omonima, passaggio del quale pochi veneziani hanno memoria. E ancora, dettagli della decorazione a stucco e ad affresco, a documentare la campagna decorativa che interessò i due piani nobili in occasione delle nozze di Giustina Renier e Marcantonio Michiel (1775), incisioni e dipinti che ritraggono la facciata sul Canal Grande, le foto degli anni '30 rinvenute nell'archivio della Biblioteca Correr, quando il palazzo, rinominato Ca' Littoria, divenne sede di vari uffici facenti capo al partito fascista. Inoltre, le effigi (dipinti, fotografie) dei protagonisti di questa lunga storia (da Marcantonio Michiel a Giustina, dal Duca Ferdinando al conte Antonio Donà dalle Rose).
- PERCORSO ARCHIVISTICO - Questa sezione prende le mosse dai documenti d’archivio conservati nella Biblioteca del Museo Correr, tra cui il Catastico su citato (Ms PDC [Provenienze diverse] 1181), e una miscellanea di inventari (Ms PDC 2325), ricerca che ora può avvalersi del supporto della Guida agli archivi storici dei Musei Civici di Venezia, curata da Erilde Terenzoni e Monica Viero. Sono da verificare l'accessibilità dei Diari di Marcantonio Michiel (Codice Cicogna 1022, in copia in PDC 684) e le Lettere di Giustina Renier Michiel. Resta da vagliare la pista dell'Archivio di Stato di Venezia.
Non si possono lasciare sotto silenzio, come in una sorta di damnatio memoriae, le vicende che hanno interessato Ca' Littoria, oggetto di un breve ma prezioso saggio del ricercatore Giulio Bobbo, Da Ca' Littoria a Ca' Matteotti. Parte del materiale è reperibile presso la biblioteca/archivio dell'Istituto Veneziano per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea (IVESER) alla Giudecca. È un ambito storiografico che potrebbe essere sviluppato dal punto di vista didattico, sotto la supervisione di ricercatori e storici, e proposto ad un’utenza di studenti ma anche di adulti, quest'ultimi quanto mai preziosi quando si rivelassero gli ultimi testimoni o i loro diretti eredi. Per l'apparato iconografico di questa sezione si attingerebbe in gran parte dagli archivi de Il Gazzettino.