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Architetture del secondo Novecento - Censimento nazionale

Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento - Veneto

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha avviato dopo il 2000 - in base a una metodologia unificata e a criteri di selezione omogenei e unitari nelle diverse aree geografiche - il “Censimento nazionale delle architetture italiane del secondo Novecento”, per promuovere la conoscenza e la valorizzazione della opere di architettura contemporanea. Il lavoro confluisce sulla piattaforma on-line http://architetturecontemporanee.beniculturali.it/.

Per la regione Veneto una prima fase di ricerca si è svolta nei primi anni 2000, frutto di una convenzione con IUAV Venezia. In una fase successiva (2015-2016) grazie alla collaborazione con l’Università di Padova – Dipartimento dei beni culturali, per le architetture contemporanee del secondo Novecento del Veneto, si sono analizzate100 schede del panorama architettonico regionale.

Impostazione della ricerca e rapporto con precedenti studi

La selezione è stata operata in base ai criteri* indicati dalla Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane (che riguardano l’attenzione che l’opera ha ricevuto da parte degli studiosi, la sua rilevanza dal punto di vista della sperimentazione, il valore di modello ecc.).

La scelta delle opere dal punto di vista della distribuzione geografica, ha coinvolto l’intero territorio regionale (dalle montagne del Bellunese e del Veronese al mare e alle pianure padovane e rodigine), nonché l’intero arco temporale dei cinque decenni oggetto di ricerca, coinvolgendo diverse tipologie architettoniche (per citare qui alcune: architettura residenziale, industriale, scolastica, di villeggiatura, ecclesiastica, uffici ecc.).

Non di meno, si è provato a configurare un mosaico di figure di architetti la cui attività ha creato dei segni nel territorio (a partire da Libero Cecchini, Edoardo Gellner, Toni Follina, Giò Ponti, Angelo Polesello, Angelo Scattolin e Luigi Vietti, Gino Valle ecc., alla presenza di firme internazionali quali Tadao Ando a Venezia e Daniel Liebeskind a Padova).

Sono state tenute presenti le opere già all’attenzione del Ministero, in particolar modo della Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura contemporanee e Periferie urbane, quale oggetto di un provvedimento di tutela ai sensi del Codice dei beni culturali (D.lgs 42/2004) o della Legge a protezione del diritto d'autore e di altri diritti connessi al suo esercizio sul diritto di autore (Legge 633/1941).

Prendendo spunto dalle indicazioni contenute nella stessa dichiarazione di intenti del Ministero (“promuovere la conoscenza dell’architettura contemporanea”), è stato scelto di schedare architetture meno conosciute, omettendo alcuni esempi di massimo valore, ma già ampiamente studiati, come alcune delle opere di Carlo Scarpa.

Il percorso di studio proposto riallacciandosi alla ricerca promossa dalla Regione del Veneto per la redazione del piano paesaggistico regionale, confluita nel volume Novecento. Architetture e città del Veneto, a cura di Davide Longhi (Padova, 2012), presenta alcuni elementi di novità.

Nota

* Dal sito http://architetturecontemporanee.beniculturali.it/architetture/ - Criteri stabiliti dalla DGAAP per la selezione delle opere:

1. L’opera è pubblicata in almeno due degli studi o repertori sistematici che si sono occupati dell´architettura nella Regione o in Italia;
2. L’opera è pubblicata in uno degli studi del criterio 1 e in una rivista di importanza internazionale italiana o straniera;
3. L’opera è pubblicata in almeno due riviste di importanza internazionale italiane o straniere;
4. L’opera presenta un originario ruolo significativo nel panorama regionale in relazione agli sviluppi sia del dibattito che della ricerca internazionale;
5. l’edificio ha un ruolo significativo nell´evoluzione tipologica con interpretazioni costruttive progressive o sperimentali;
6. l’edificio è stato progettato da una figura di rilievo nel panorama dell´architettura regionale, nazionale o internazionale;
7. l’edificio si segnala per particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzato.