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Prevenzione sismica in area veneta

Parte del territorio veneto è stato devastato dai terremoti del 1117 e del 1348; gli edifici storici sopravissuti ne hanno registrato gli effetti nei quadri fessurativi e di dissesto. Dallo studio e dall’analisi di questi importanti elementi materiali è risultato possibile stimare l’entità dei sismi: ne risultano valori di accelerazione perlomeno doppi rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente. Questo evidenzia l’incapacità del metodo semiprobabilistico, che identifica il fenomeno complesso del terremoto con la sola accelerazione, di descrivere in modo completo lo scuotimento sismico del suolo; prova ne sono i recenti sismi in Italia centrale sottostimati dal metodo probabilistico ma ampiamente possibili secondo il metodo neodeterministico.

Gli studi e le indagini sugli edifici storici hanno dimostrato la necessità di intraprendere percorsi diversi e alternativi rispetto a quelli usuali; conferma ne viene dall'analisi delle conseguenze degli eventi sismici ove edifici in muratura, costruiti con la regola dell'arte che ne garantisce il comportamento complessivo, hanno fornito risposte ben superiori a quanto calcolato teoricamente. I modelli matematici impiegati nelle verifiche, molto spesso, non rappresentano il reale comportamento di un edificio in muratura e spesso sottovalutano le qualità strutturali delle fabbriche antiche. Lo studio materiale del manufatto e il suo comportamento nel tempo è fondamentale per una corretta analisi strutturale: è il quadro fessurativo che rappresenta la risposta reale dell’edificio alle sollecitazioni e che ci permette di individuare chiaramente a livello qualitativo il comportamento strutturale della fabbrica.

Occorre che lo schema di applicazione delle normative antisismiche sia superato da esempi virtuosi che escludano gli errori già fatti in passato. Oggi si può disporre di numerosi dati desunti dalle campagne di analisi e dallo studio della materia stratificata del monumento e necessita valorizzare al meglio l’azione progettuale. L’attività progettuale deve superare lo standard costituito dalla sommatoria delle diverse attività specialistiche per configurarsi come un esito inclusivo dei diversi saperi disciplinari; questo ci permette di evitare pesanti opere di irrigidimento con impatti insostenibili sul patrimonio storico privilegiando interventi minimi che non contrastano con il comportamento strutturale originario.

Le esperienze condotte a Venezia, nell’ultimo decennio, e ultimamente in Veneto dimostrano come seguendo tali strade sia possibile ridurre la vulnerabilità con azioni integrate: alcuni interventi sono stati effettuati in occasione di lavori di restauro riducendo oneri economici e impatti sugli edifici, altri di provvisoria messa in sicurezza, rapidi ed economici, sono stati realizzati affiancando alle strutture esistenti della fabbrica storica elementi integrativi in acciaio che contribuiscono alla resistenza della muratura.

Attualmente a Venezia si stanno effettuando dei raffronti tra quanto previsto dalla norma vigente e da una nuova metodologia di verifica che prevede:

  • Determinazione delle azioni sismiche con il metodo neodeterministico NDSHA al fine di avere una rappresentazione dell’azione sismica più vicina al reale; lo studio è effettuato in collaborazione con il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste;
  • Valutazione della vulnerabilità con nuovi parametri, metodi e modelli complementari per garantire una maggiore corrispondenza con l’edificio reale e minimizzare le operazioni di consolidamento.

La tutela dei beni culturali non può esaurirsi nell’applicazione di norme semiprobabilistiche, che prevedono la vita nominale dell’edificio di 50 anni, in azioni di consolidamento pesanti che dichiarano di aver assolto all’adeguamento ma che alla verifica del primo sisma dimostrano dubbi risultati; è necessario un percorso continuo di interventi di conoscenza e verifica e di una azione permanente di monitoraggio e manutenzione in relazione con la dinamicità degli eventi.

Per ulteriori approfondimenti si rinvia al Convegno Resilienza delle città d’arte ai Terremoti presentato a Roma all’Accademia Nazionale dei Lincei, il 3 e 4 novembre 2015 e Terremoti e beni culturali in area veneta: quale tutela? discusso nell’ambito del Convegno “1117-2017 Novecento anni dal più grande terremoto dell’Italia Settentrionale”, tenutosi a Venezia all’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, il 20 gennaio 2017

- Pagina Facebook del Segretariato del MiBACT per il Veneto e pagina Facebook di Presa diretta del 24 agosto 2020 "Ricostruiamo l'Italia", Intervento antisismico a cura del Segretariato regionale del Veneto (comunicato stampa) e link a Raiplay dove è possibile vedere la puntata intera (intervista all'ing. Alberto Lionello all'ora 01.32.00

- Convegno "Resilienza delle città d’arte ai Terremoti” Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 3/4.11.2015

- Convegno "1117-2017 Novecento anni dal più grande terremoto dell'Italia Settentrionale":

Rapporto del Dipartimento di matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste per il supporto alla gestione delle attività legate al miglioramento sismico di edifici monumentali.

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